Notai "Il governo non può restare troppo immobile"

06 aprile 2016

Erano gli intoccabili, la categoria più invidiata nel mondo delle professioni ordinistiche. Oggi i notai portano i numeri della loro flessione e dell'impatto che la crisi ha avuto sui loro fatturati.
Dalla ricerca condotta da Federnotai (il sindacato di categoria) emerge che nell'ultimo quinquennio il  numero complessivo degli atti notarili si è ridotto del 52%, al quale si è associata nello stesso periodo una riduzione del 44% del fatturato totale lordo (che, al netto delle contribuzioni alla Cassa nazionale e al Consiglio nazionale del Notariato, ha avuto un decremento anche maggiore derivante dall'innalzamento dei contributi stessi, resi necessari dal minor gettito) e del 50% circa del fatturato con una diffusione territoriale pressoché omogenea su tutto il territorio nazionale.

LA FLESSIONE
Ad influire sui risultati economici del settore è stata certamente la crisi del mercato immobiliare; gli atti relativi al trasferimento di proprietà di beni immobili e servizi connessi rappresentano infatti la metà circa dei compensi annotati a repertorio. Secondo i dati Omi (Osservatorio del mercato immobiliare), il mercato immobiliare registra, a partire dal terzo trimestre del 2006, un prolungato andamento mediamente negativo in tutti i comparti (residenziale, pertinenze e produttivo), con flessioni accentuate nel 2012: in particolare, in quest'ultimo anno si sono registrate 993.39 transazioni in complesso, 330 mila unità circa in meno rispetto al 2011, con un calo del 24,8% in un anno e del 29,6% nell'ultimo trimestre.
"Le prospettive a breve termine non sono certamente improntate all'ottimismo - afferma Lauretta Casadei, presidente di Federnotai -. Poco meno della metà circa degli studi notarili che hanno risposto al sondaggio ha manifestato l'intenzione di procedere nel corso dell'anno appena iniziato a riduzione del personale impiegato se dovesse perdurare lo stato i crisi del settore, mentre un quarto circa intende accompagnare tale misura con una riduzione dell'orario di lavoro. Ma tutto questo ribadendo che per noi la forza lavoro è una risorsa molto preziosa, basta solo vedere quanto investono i notai per formare il loro personale. E' il motivo per cui la nostra categoria proverà a tenere il più possibile i proprio dipendenti".

L'OCCUPAZIONE
Infatti, malgrado i colpi durissimi della crisi, il notariato finora ha tutelato i posti di lavoro facendo sì che i livelli occupazionali siano diminuiti nel quinquennio in questione del 9% circa e, pur di non licenziare, il 41% degli studi notarili del Nord ha ridotto l'orario di lavoro, mentre quelle del Centro-Sud che vi hanno fatto ricordo sono un terzo circa. Il calo occupazionale, anche se investe in maniera abbastanza omogenea quasi tutte le regioni, fa registrare i picchi più alti nelle regioni del Nord (-13% circa del periodo in esame secondo il sondaggio di Federnotai), mentre nel Centro-Sud la flessione è stata contenuta all'1% circa.
Ma ciò che evidenzia Federnotai è la ricaduta dell'attività dei notai sul mondo del lavoro: l'insieme degli studi notarili impiega 41 mila unità (32 mila dipendenti e 9 mila collaboratori. Per avere un parametro basti pensare che nel settore della costruzione delle automobili lavorano 69.500 persone. Non solo. Anche il raffronto con il mondo professionale risulta interessante visto che negli studi notarili lavorano in media 6,4 dipendenti, il coefficiente più alto. Nello specifico, il 72% degli studi notarili (3.700 circa) occupa da 2 a 9 addetti (circa 18.799 dipendenti) mentre il 13% (700 circa) ha oltre 10 addetti (pari circa a 13.300 dipendenti). Da notare anche una cospicua presenza della componente femminile sia sull'occupazione totale che sulla forza lavoro dipendente: le donne infatti rappresentano il 58% dell'occupazione totale, contro il 30% della media delle altre attività, ed il 78% dei dipendenti del settore notarile, contro il 52% della media delle altre attività.

FUTURO INCERTO
In un mondo che vanta una forza lavoro così vasta a destare timore è proprio il 2013 che si è presentato con un calo ulteriore del giro d'affari, con un accesso al credito congelato che paralizza il settore immobiliare e un'arca societaria che vede sempre più aziende chiudere piuttosto che aprire. In un simile contesto è molto più che probabile l'aumento del ricorso alla cassa integrazione in deroga (prevista anche per gli studi professionali), con il grave problema che questo ammortizzatore sociale potrebbe non riuscire a far fronte alle richieste in arrivo.
"Non chiediamo al governo interventi per noi - continua Casadei -. Ma un Paese non può continuare a vivere nella paura del futuro. Il mercato immobiliare bloccato significa che i giovani non possono comprar casa per assenze di certezze. Al governo chiediamo di restituire speranza e fiducia a questo Paese e ai giovani in particolare".
Che anche il mondo del notariato potesse subire queste turbolenze è una grana in più poco nota e forse anche poco prevedibile ma non meno preoccupante.

di Isidoro Trovato, "Corriere della Sera"

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